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L'INVISIBILE POZZO DELLE MERAVIGLIE

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GLI OCCHIALI ARANCIONI

 

 

C'era una volta un piccolo Pozzo delle Meraviglie. Questo pozzo era nascosto talmente bene che nessuno sapeva dove si trovasse. Infatti una strega cattiva, molto tempo prima, lo aveva mimetizzato in mezzo a un prato, sicché le persone ci passavano sopra e nessuno si accorgeva che stava camminando sopra un Pozzo delle Meraviglie.

 

Un giorno il Pozzo delle Meraviglie, stanco di una inattività che durava ormai da secoli, decise di venire allo scoperto e di farsi riconoscere per quello che era. L'impresa era più difficile del previsto, perché il povero pozzo era mimetizzato dall'erba e da alcuni cespugli, e soltanto chi lo avrebbe riconosciuto come Pozzo delle Meraviglie sarebbe riuscito a trovarlo e a trarne beneficio.

 

Nel caldo pomeriggio di un giorno d'estate, però, il Pozzo delle Meraviglie si accorse di un bambino che gironzolava lì intorno. Il bambino aveva la pelle nera, i capelli crespi e i vestiti pieni di polvere, perché aveva giocato con i suoi amici, ma poi si era allontanato. Il sole quel giorno era troppo forte e lui non riusciva più a vedere bene tanto era abbagliante.

 

Il Pozzo delle Meraviglie vide che il bimbo era disorientato, così fece apparire tra i cespugli un bel paio di occhiali da sole. Non erano i soliti occhiali da sole, questi avevano la montatura arancione e i vetri arcobaleno, in più, ai lati, avevano due antenne cave che producevano bolle di sapone parlanti.

- Ehi, bambino - disse una bolla di sapone appena fu svanita.

- Ehi, bambino, sono qua - disse un'altra bolla di sapone.

Il bambino si guardò intorno, si girò una volta, si girò una seconda volta e alla fine perse l'equilibrio e cadde per terra vicino a quegli strani occhiali con le antenne dalle bolle parlanti, i vetri arcobaleno e la montatura arancione.

 

Gli occhiali dalla montatura arancione erano preoccupati, così i vetri arcobaleno fecero girare vorticosamente i colori e le antenne produssero bolle di sapone parlanti molto accorate che andavano a posare le loro parole sull'orecchio e sul nasino del bimbo.

- Che cos'hai, bel bambino?

- Sei svenuto, piccolino?

E a furia di ripetere quelle frasi, il sapone delle bolle bagnò l'orecchio del bambino e gli solleticò il naso fino a farlo starnutire.

- Eeeeetcciuuu! - fece il bambino, e lo starnuto portò via le bolle dalle antenne, che però ne producevano sempre di nuove:

- Ehi, siamo qui! - gridavano al bimbo - Siamo gli occhiali da sole dalla montatura arancione, dai vetri arcobaleno e dalle antenne che producono bolle di sapone parlanti. Ci vuoi mettere sul tuo nasino?

- Oh, sì - disse il bambino, e se li mise in fretta sul naso perché il sole ormai lo aveva totalmente accecato.

 

Quando si fu messo gli occhiali, il bimbo riprese a vedere molto bene. I colori erano più belli di come non li avesse mai visti, ma soprattutto vedeva cose che prima non poteva vedere.

Ad esempio, quando le bolle di sapone scomparivano per dar voce alle parole, lui si accorse che diventavano dei piccoli spiritelli fatti di piccolissime bollicine di sapone che si agitavano moltissimo mentre parlavano.

- Ehi, bambino, dove sono i tuoi amici? - gli chiese uno di quelli.

E un altro spiritello di bollicine di sapone:

- Vuoi che andiamo a chiamarli?

Il bambino disse che avrebbe voluto chiamarli, ma che era molto stanco e i suoi amici erano lontani.

- Ma noi prendiamo una bolla - disse uno spiritello di bollicine - e ci facciamo portare fino là.

- Da che parte si trovano? - chiese un altro spiritello.

Il bambino indicò la direzione del campetto dove si radunavano a giocare tutti i suoi amici, e improvvisamente uno sciame di bollicine con dentro gli spiritelli si avviò verso quel posto.

 

Nel campetto i bambini stavano giocando a pallone. Appena videro tutte quelle bolle di sapone lasciarono la palla e si misero a saltare per acchiappare le bolle.

Gli spiritelli di bollicine, però, avevano un compito, quindi cercavano di sfuggire alle manine dei bambini, si avvicinavano alle loro orecchie e gli gridavano che il loro amico era lontano e li stava aspettando.

Ma tutti quegli sforzi non servirono a molto, perché quei bambini erano troppo lontani dal Pozzo delle Meraviglie e non potevano sentire le parole degli spiritelli di bollicine.

A un certo punto, come per incanto, lo sciame di bolle di sapone fece in modo di farsi seguire dai bambini. Le prime bolle di sapone presero una brezza leggera e tornarono indietro verso gli occhiali dalla montatura arancione e dai vetri arcobaleno, con grande disappunto delle bolle che stavano dietro di loro, che invece volevano arrivare più lontano possibile.

Allora ci furono scontri fra bolle di sapone, combattimenti fra spiritelli di bollicine ai quali partecipavano involontariamente anche i bambini che, ignari della guerra fra bolle e spiritelli, volevano soltanto acchiappare più bolle di sapone possibile.

Tutto ebbe termine quando i bambini raggiunsero il loro amico seduto vicino all'invisibile Pozzo delle Meraviglie.

 

Appena lo videro si misero a ridere a più non posso per quello stranissimo paio di occhiali che portava sul naso.

- Dove li hai trovati quegli occhiali - disse il bambino coi capelli biondi, - sono usciti dall'uovo di Pasqua?

- No, me li hanno regalati le bollicine di sapone - rispose quello.

- Oh, adesso parli con le bolle di sapone? - chiese il bambino con gli occhi a mandorla.

- Ma sono loro che parlano con me - affermò stizzito il bambino che intanto agitava gli occhiali per vedere se uscivano le bolle.

E infatti le bolle uscirono, e siccome i bambini erano intorno al Pozzo delle Meraviglie, le potevano sentire benissimo anche loro.

- Ehi! Ma che razza di bambini siete? - dissero alcune bolle.

- Non credete che le bolle di sapone sappiano parlare? - chiesero altre bolle.

E tutte insieme a ripetere:

- Ehi! Ma che razza di bambini siete?

I bambini si guardarono l'un l'altro, poi presero a schiacciare le bolle con le manine e a gridare:

- Ehi! Ma che razza di bolle di sapone siete?

E continuavano a saltare e a gridare tutti insieme, felici di aver trovato un nuovo modo di giocare..

 

Il bambino dalla pelle nera e dai capelli crespi, indossò di nuovo i suoi occhiali dalla montatura arancione, dai vetri arcobaleno e dalle antenne cave che continuavano a produrre bolle di sapone parlanti. Solo che adesso, attraverso i vetri arcobaleno, si accorse di uno strano fenomeno. Vedeva i suoi piccoli amici completamente trasformati. In testa avevano ciocche di capelli di tutte le forme e di tutti i colori del mondo, mentre la pelle sembrava investita da un girotondo di arcobaleno che mischiava e trasformava continuamente i colori delle diverse parti del corpo.

Il Pozzo delle Meraviglie era molto contento di avere tutto quel baccano intorno. Finalmente era riuscito a liberarsi dall'incantesimo della strega, e per la felicità decise che se quei bambini fossero tornati, gli avrebbe regalato qualche altro paio di occhiali magici. E credetemi... ne aveva in serbo di bellissimi.

 

 

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